Perché studiare psicologia? Perché hai deciso di diventare psicologo libero professionista?
Sì, ok, magari l’interesse può partire da un’esigenza o una curiosità personale, ma per come la vedo io, dietro questa professione c’è molto di più.
Parlo spesso di comunicazione efficace, ma in questo articolo ti farò la ramanzina dell’importanza del partire da quello per comunicare quello che fai; vediamo invece perché è importante trovare il tuo perché, PRIMA di comunicare quello che fai.
Già, perché nella mia piccola esperienza ho già avuto modo di verificare questo concetto:
Chi è più centrato e con un perché che può essere condiviso, riesce più facilmente ad avere successo (dove successo, ci tengo a ricordarlo, non vuol dire diventare come Brad Pitt o Angelina Jolie, ma vuol dire diventare autorevole e conosciuta nella tua nicchia, cosa che ti permette di aiutare molte più persone rispetto a non essere autorevole, né conosciuta).
Lo psicologo ama il suo lavoro
Beh, ma che problema c’è?! La maggior parte degli psicologi fa lo psicologo perché ama il suo lavoro e ama aiutare le persone a stare meglio.
Sì, va bene, ma se a te piace far star bene le persone e io non penso di aver bisogno di uno psicologo, non abbiamo risolto nulla.
Per esempio a me piace essere utile.
Questo è il motivo principale per cui sono lentamente e inconsapevolmente scivolato nel mondo del marketing passando da quello dei fast food e delle macchine che non centravano un fico secco. 😅
Ma il fatto che a me piaccia essere utile non sempre coincide per forza con ciò che vuoi ottenere tu.
Una delle prime cose che ho imparato nel marketing, o meglio, di cui sono diventato consapevole perché già avevo nasato qualcosa, è che le persone fanno prima di tutto ciò che fa comodo a loro.
Uno psicologo non mi contatta se non pensa di trarne un vantaggio, così come una persona non vi contatta se non pensa di trarne un vantaggio, che sia uscire dalla depressione, mangiare meglio, litigare meno in famiglia o acquisire quella sicurezza per chiedere l’aumento al lavoro.
Cos’è non ha importanza.
Quello che importa è il perché
Cos’è che le spinge ad alzarsi dal letto e a fare certe scelte piuttosto che altre?
Cos’è che TI spinge ad alzarti dal letto e fare certe scelte piuttosto che altre?
Perché è questo che fa la differenza. Quando le motivazioni coincidono c’è più intesa, più sinergia, più risultati. Avrai sicuramente avuto qualche paziente con chi avrai provato una certa soddisfazione e altri, per quanto tu abbia sempre cercato di fare bene il tuo lavoro…hmm…meh.
E la stessa cosa vale per loro. E per me.
Allora quando una psicologa mi contatta io sento come parla e mi chiedo:
Qual è la sua reale richiesta? E’ davvero disposta ad impegnarsi per fare del bene? O vuole fare il minimo indispensabile per trovare qualche paziente?
E’ a caccia di soldi? O vuole lasciare la sua impronta e fare la differenza?
Cosa l’ha spinta a studiare psicologia e a diventare psicologa? E cosa la spinge ancora oggi?
Perché tutto parte da qui.
E’ a partire dal perché che si possono indovinare le azioni che ne seguiranno
“Vorrei aumentare il giro di pazienti; quindi cercherò di essere presente sui social, magari mettendo i contatti così chi cerca uno psicologo mi può contattare e magari pubblicando qualche aforisma di tanto in tanto, per far sapere che ci sono e far scaturire qualche riflessione, ma senza troppo impegno come fanno gli influencer, perché io sono uno psicologo. Non un influencer“
Si da il caso però che gli influencer che oggi conosciamo, per l’appunto, influenzano in qualche modo le persone.
Ma in che modo?
Ci guidano verso un mondo pulito? Rispettoso? Un mondo di consapevolezza?
Alcuni sì, altri no.
Ma in qualche modo spesso queste persone stimolano delle riflessioni.
Allora perché tu non puoi farlo?
Non c’è bisogno di avere un milione di follower, voglio dire, se ci riesci tanto di cappello, ma, per esempio, 5000 può essere già un ottimo traguardo, se sviluppato bene.
E allora puoi essere tu a influenzare quel piccolo gruppo, non a manipolare, attenzione, a influenzare, verso una maggior libertà di pensiero, rispetto per sé, gli altri e il mondo, maggior consapevolezza.
Ecco che allora studiare psicologia per 10 anni o più ha un senso; anche se i compagni di studio ti dicono che le prospettive non sono buone.
…Ma questo è troppo lavoro se vuoi diventare uno psicologo che vuole solo procurarsi da vivere.
Quindi questo è il momento della verità.
Perché studiare psicologia e diventare psicologo
Guardati intorno attentamente.
Guarda la solitudine, il disprezzo, l’egoismo.
Sì ci sono tante cose belle nel mondo.
Abbiamo una storia fantastica e alcune persone hanno scritto questa bella storia.
Altri la stanno scrivendo. Altri la scriveranno.
Ma ci sono persone che in questa storia hanno scritto cose molto brutte. Altri le stanno scrivendo. Altri le scriveranno.
E poi ci sono quelli che vogliono solo sopravvivere, alcuni senza impatto per la società, altri pesando su questa. Il punto è che queste persone sono la maggioranza e forse (dico forse), ne fai parte anche tu.
La domanda è:
Hai studiato psicologia 10 anni e più per limitarti a sopravvivere? O per fare una differenza?
Perché se vuoi fare la differenza dovrai lavorare tanto, è vero. Ascoltare tanto, crescere tanto e dare tanto. Sì.
Ma questo lascia un segno nelle persone, un segno che resta anche quando non ci sei e che fa sì che tu non abbia nemmeno bisogno di vendere le tue consulenze, perché la gente ha bisogno di persone così.
E il lavoro diventa piacevole. Diventa una missione.
Oppure puoi lavorare per sopravvivere, pubblicando un po’ di cose sporadicamente, senza passione, senza emozione, senza te.
E allora ti ritroverai a ricordare alle persone che fai consulenze. E il lavoro può diventare difficile, pesante, anche un po’ noioso.
Ma il perché non ti piove sempre dal cielo. Io ci ho messo qualche anno a trovarlo (ma magari lo trovi subito, tutto può essere).
Però ricorda che deve essere condivisibile e deve andare oltre te.
E di solito non lo trovi con una domanda, un perché. Ma ce ne sono tanti, a catena!
Ora, prima di andare avanti voglio precisare una cosa. Anzi due.
- L’esempio che faccio ora non viene dal libro di Simon Sinek. E’ una via più “facile”. Quella di Sinek è più avanzata e sicuramente te la spiega meglio lui (io l’ho fatta e consiglio sempre di farla nei percorsi individuali). Puoi trovare l’esercizio di Sinek nel libro “Trova il tuo perché” a pagina 50 circa.
- Perché anche farti domande è il tuo mestiere, ad oggi che aggiorno questo articolo, nella lezione sul perché del modulo 1 del corso on-line, nessuno ha mai dato una risposta veramente approfondita.
Un esempio di come trovare il tuo perché
– Io faccio marketing. Perché?
Perché mi piace essere utile; quando sono utile mi sento soddisfatto.
– Perché sto bene quando sono utile?
Perché per le mie esperienze di vita ho acquisito questo funzionamento.
– Perché ho acquisito questo funzionamento?
Perché molte volte mi sono sentito solo. Sono stato preso in giro. Sono passato inosservato. Sono stato bullizzato. Ma se mi rendevo utile, allora le persone mi apprezzavano.
– Perché mi è successo tutto questo?
Perché né a me, né alla maggior parte delle persone che ho incontrato è stato insegnato a relazionarsi efficacemente con gli altri sin da piccoli. Ad essere consapevoli dei propri meccanismi di funzionamento.
Io ho “risolto” sviluppando qualità e competenze, crescendo, che mi hanno aiutato sia personalmente, sia a rendermi utile; altri hanno “risolto” con la violenza, fisica o verbale; altri ancora con la depressione o col suicidio.
E perché tutto questo?
Perché manca consapevolezza. Manca intelligenza emotiva. Manca comunicazione, rispetto, ascolto.
Chi può risolvere tutto questo?
Tu.
Ecco perché studiare psicologia. Perché c’è bisogno di persone come te.
Puoi trovare ulteriori approfondimenti su questi argomenti puoi vedere i video di Simon Sinek su Youtube.
Dopo aver riflettuto su queste cose allora possiamo parlare di strategie di marketing.
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