Codice deontologico VS marketing parte 7

Set 17, 2018 | Codice Deontologico VS Marketing

Andiamo avanti con la rubrica codice deontologico VS marketing parte 7, questa volta analizzando gli articoli del capo 2 del codice deontologico per vedere se limitano in qualche modo la possibilità di promuoversi degli psicologi.

Iniziamo quindi con l’articolo 22, che dice:

“Lo psicologo adotta condotte non lesive per le persone di cui si occupa professionalmente, e non utilizza il proprio ruolo ed i propri strumenti professionali per assicurare a sè o ad altri indebiti vantaggi.”

Va beh, a quanto ho capito chi ha fatto questo codice voleva fosse chiaro questo concetto perché è già stato detto in almeno altri 4-5 articoli. 😅

Comunque, il concetto è sempre quello di usare le proprie capacità per fare del bene, ed è su questo concetto che si basa il mio modo di fare marketing con voi e per voi.

 

Come ho già detto altre volte, la cosa importante è agire per fare del bene.

 

Se ti promuovi per aiutare le persone non hai niente di cui preoccuparti.

 

Se invece non ti promuovi, presto (se non l’ha già fatto, e qualcuno l’ha già fatto) lo farà qualcun altro, che potrebbe non avere la tua stessa etica professionale e i tuoi stessi valori.

Questo ovviamente è deleterio perché queste persone si vanno a prendere un mercato che potrebbe essere tuo e non gli da alcun valore, alcun aiuto.

Però gli svuota il portafogli!

Quindi io penso che, anche se può sembrare controintuitivo, più hai dei valori morali forti, oltre alle competenze che possono migliorare la qualità di vita delle persone, più dovresti promuoverti per farti trovare da tutte queste persone per poterle aiutare.

Questo ovviamente vuol dire utilizzare diverse strategie di marketing e metterci la faccia.

 

Articolo 23

L’articolo 23 invece dice che:

“Lo psicologo pattuisce nella fase iniziale del rapporto quanto attiene al compenso professionale. In ogni caso la misura del compenso deve essere adeguata all’importanza dell’opera. In ambito clinico tale compenso non può essere condizionato all’esito o ai risultati dell’intervento professionale.”

Spero non ci sia bisogno che io mi soffermi sull’ultima frase…

Di questo articolo c’è una frase che mi piace molto:

“La misura del compenso deve essere adeguata all’importanza dell’opera.”

Questo vuol dire due cose:

  1. Non puoi chiedere 200 euro per un servizio che tutti vendono a 50
  2. Non puoi chiedere 10 euro per un servizio che tutti vendono a 50

E’ però interessante notare che quando si tratta di abbassare i prezzi, tutti (non solo gli psicologi) si fanno molti meno problemi rispetto a quando si tratta di alzarli.
Il problema è che forse non ve ne rendete conto ma state svalutando il vostro valore e la vostra stessa professione.

Ci sono tanti studi che dimostrano che abbassare il prezzo non è sempre la migliore strategia, e a breve conto di farci un articolo.

 

Più il prezzo è basso, più le persone attribuiscono un basso valore a quello che comprano.

 

Farò altri video in proposito sul prezzo e il valore attribuito, ma quello che mi interessa far passare in questo momento è che come dice il codice è giusto applicare un prezzo giusto:

  • non troppo alto
  • non troppo basso

in modo che voi siate retribuiti il giusto e le persone capiscano il valore del vostro lavoro.

 

Articolo 24

“Lo psicologo, nella fase iniziale del rapporto professionale, fornisce all’individuo, al gruppo, all’istituzione o alla comunità informazioni adeguate e comprensibili circa le sue prestazioni, le finalità e le modalità delle stesse, nonché circa il grado e i limiti giuridici della riservatezza. Pertanto, opera in modo che chi ne ha diritto possa esprimere un consenso informato. Se la prestazione professionale ha carattere di continuità nel tempo, dovrà esserne indicata, ove possibile, la prevedibile durata.”

Qui è un po’ l’estensione dell’art. 14. Avevo già parlato dell’importanza di fare un bella premessa chiara e comprensibile per spiegare le regole del gioco prima che questo cominci, e qui parla di altre regole che non erano state accennate nell’altro articolo.

Inutile dire che anche in questo caso una presa di posizione del genere non fa che:

  • aumentare l’immagine professionale che date di voi
  • aumentare nei vostri confronti la fiducia delle persone che vi seguono

 

Perché è chiaro che in questo modo dimostrate di non avere nulla da nascondere perché iniziate subito mettendo le carte in tavola.

Questo va a supportare ulteriormente la tesi che siete lì per loro e non per voi e, tra parentesi, anche questa è una delle prime cose che impari nei corsi di marketing.

Bene, come sempre se hai dubbi o domande scrivimi nei commenti, rispondo molto volentieri a tutte le richieste.

Ci vediamo nel prossimo video.

Un saluto e buon lavoro!

Chi scrive?

Ciao, sono Damiano: non molto convenzionale, mancino e determinato, per cui quando mi metto in testa qualcosa spostatevi tutti.
E mi sono messo in testa che si può fare marketing etico, anche se non si è dei chiacchieroni, anche se non si è portati, anche se si è degli orsi super introversi e con scarse capacità relazionali, esattamente come lo ero (sono) io.
Tutto si può imparare, ne ho le prove e sono tutte in questo blog!

codice deontologico vs marketing
Intervista con lo psicologo
Cerchi qualcosa in particolare? Potrei sorprenderti!

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Blog

Corso on-line

Affiancamenti

Hai delle domande?
Parliamone

Compila il modulo inserendo i tuoi dati e spiegando brevemente la tua richiesta.

Rispondo entro 24 ore

info@marketingeticoperpsicologi.it

Contattami