C’è chi pensa che i biglietti da visita siano passati di moda, e forse è così, ma averne uno nel taschino per le più disparate evenienze può sempre tornare utile.
In questa guida, naturalmente, vediamo come fare biglietti da visita per psicologi. Se non sei psi, potrebbe andare bene lo stesso, ma dipende sempre dalle informazioni principali che vuoi metterci (può dipendere anche dal settore) e da ciò che vuoi comunicare, anche graficamente.
Ho cercato di includere tutto ciò che può servire anche a chi non sa nulla di grafica e non ha nulla di già impostato, né sa quali strumenti utilizzare.
Vedremo quali informazioni inserire nel tuo biglietto da visita e come disporle, la gestione degli spazi, dei colori, 2 strumenti che possiamo utilizzare per crearlo e 2 strumenti che possiamo utilizzare per stamparlo.
Ci faremo anche un po’ di pippe mentali andando a vedere i vari dettagli. Sì, anche se il biglietto da visita è passato di moda.
Perché in realtà viene ancora utilizzato ed è comunque una parte di te che arriva nelle mani degli altri e, potenzialmente, potrebbe anche girare di mano in mano. Siccome ormai sappiamo a memoria che ci si vende sempre, sappiamo che anche questo piccolo dettaglio potrebbe fare la differenza.
Certo, sia chiaro che non sarà un biglietto da visita bellissimo a farti venire la coda di gente se ora hai lo studio vuoto (spero di no, altrimenti il biglietto da visita è l’ultimo dei tuoi problemi), ma magari c’è quella persona che:
- Col biglietto A si comporta in un modo, ad esempio mettendolo nel portafoglio, nel comodino, nella spazzatura, ecc
- Mentre col biglietto B gli viene da guardarlo e di approfondire di più, perché no, andando sul sito o sui social, o alzando il telefono.
Ora, detto questo, l’articolo che stai per leggere è un po’ lunghetto perché come al solito ho voluto fare le cose bene e pensando anche a chi vuole un risultato di un certo livello.
Però prima di tuffarci in questo abisso ti dico subito che esiste la via facile e la trovi nella sezione strumenti di stampa. Se cerchi qualosa di semplice, lì troverai ciò che cerchi. Se invece ti interessa di più la personalizzazione ad un livello molto più alto, allora non mi resta che augurarti buona lettura!
Cosa inserire nel tuo biglietto da visita
Può sembrare ovvio per alcuni, ma come al solito non voglio dare nulla per scontato.
Ovviamente il tuo nome e i tuoi contatti.
I titoli? Il logo? Il tuo approccio? I tuoi servizi? Contatti?
Allora, chiariamo subito che non stiamo parlando di una locandina o di un sito intero dove possiamo metterci tutte le informazioni del mondo, ma si tratta di un rettangolino che nella maggior parte dei casi sarà 8,5cmx5,5cm (misura standard).
Teniamo quindi sempre a mente che più informazioni ci sono e più sarà difficile portare l’occhio sulle informazioni importanti (effetto Von Restorff, stesso identico principio del focus).
Ma andiamo nello specifico:
I titoli e l’approccio
Non sono obbligatori, ricordati che molte persone ancora non sanno le differenze tra uno e l’altro e che il tuo biglietto da visita glielo avrai dato tu, quindi quella persona in qualche modo ha già parlato con te.
Ad ogni modo, se proprio vuoi metterli puoi farlo, ma limitati ai principali, soprattutto se ne hai molti. Possiamo limitarci a 3, ad esempio. Se ne metti uno meglio ancora. Se è una specializzazione nota e richiesta ha ancora più senso (non si sa mai a chi può finire in mano il tuo biglietto da visita).
Stesso discorso per l’approccio. Se però devi fare 3 titoli e 3 approcci diventa un po’ lungo, il che significa che o questa cosa occupa metà del tuo biglietto, oppure è scritto in piccolo tutto e non si leggerebbe nulla.
La cosa più sensata da fare se ti trovi in una situazione come questa è usare il fronte solamente per metterci il tuo nome, sotto i 2/3 titoli e sotto i 2/3 approcci usati. Nel retro metterai tutte le altre info e in questo modo riesci a mantenere un design pulito ed elegante.
Un’ultima nota sul discorso titoli/approcci: puoi sostituire il titolo classico con qualcos’altro, dandogli il nome che preferisci purché sia comprensibile a tutti e identificativo di ciò che fai. Tipo il mio (che non è certo un titolo ma si capisce cosa faccio), e quello di Antonietta, in cui non abbiamo scritto il titolo ma il suo modo di dire ciò che fa e direi che rende l’idea molto bene.
Come vedi ci sono solo le informazioni che servono. Certo in quello di Antonietta c’è qualche distrazione in più, ma l’occhio cade sulle cose che più abbiamo voluto comunicare, ovvero il nome, i social, focus e numero di telefono.
Nel focus c’è un aspetto in più da considerare: siccome la scritta non è cortissima e non volevo farla più grande per non ridurre gli spazi vuoti (anche questi molto importanti), ho sfruttato l’icona del quaderno che serve proprio ad attirare l’occhio in quel punto, portando a leggere ciò che c’è appena sotto.
Nel mio caso invece ho voluto essere super minimal mettendo lo stretto indispensabile sullo sfondo dei colori del sito.
Tutti questi piccoli dettagli, ovvero il facilitare l’attenzione verso alcuni punti, la pulizia, gli spazi vuoti, le grafiche, i font utilizzati, comunicano degli aspetti importanti di noi ed è per questo che ci prestiamo attenzione.
E’ importante che passino le informazioni giuste, che ci rispecchino ed esaltino i nostri punti di forza.
Il logo
Normalmente il logo è la prima cosa a cui un professionista pensa. Sembra quasi che senza il logo non esista il personal brand.
E se invece fosse il contrario?
E’ il personal brand che va a definire il tuo logo ed è da lì che tutto deve partire.
Il personal brand non si disegna in 5 minuti però. Bisogna lavorarci e richiede tempo perché corrisponde sostanzialmente alla percezione che le persone hanno di te.
E’ molto più importante questa del logo, per cui se il logo per il momento non ce l’hai: pace.
Davvero. Pace!
Ripeti con me: il logo è sopravvalutato. Il logo è sopravvalutato. Il logo è sopravvalutato.
Che non significa che non valga nulla, però il tuo primo pensiero deve essere il personal brand. Quando hai chiaro quello (auguri) allora pensiamo al logo.
Ok?
…il logo è sopravvalutato…il logo….
I servizi
Vale un po’ lo stesso discorso dei titoli ma ho voluto tenerlo separato per un paio di motivi, su cui giuro che al più presto ci scriverò degli articoli:
- Se non hai un focus specifico, molto probabilmente i tuoi titoli, o il nome che hai messo in sostituzione di questi, non fanno capire esattamente cosa offri
- Vuoi mettere i tuoi servizi che saranno tipo “consulenza psicologica”, “psicoterapia”, ecc… (conosco i miei polli, come si dice 🙂 )
Premesso che tutto questo lo spiego ampiamente nel modulo 1 del corso online (se sei del tutto a digiuno di ciò che sto dicendo ti invito a fare almeno quello), ma cercherò di toccare brevemente qualche punto sperando di non diventare troppo prolisso.
Ho parlato del focus in diverse occasioni e in vari articoli, perché in un mondo come quello di oggi dove ci sono tantissimi professionisti che fanno la stessa cosa, avere un focus ha diversi vantaggi. Ti permette di:
- Differenziarti dai tuoi colleghi, facendoti così ricordare dalle persone più facilmente
- Attirare maggiormente l’attenzione, perché fai qualcosa di particolare e diverso dal solito
- Preoccuparti molto meno della concorrenza, perché se tutti fate la stessa cosa state di fatto competendo per la stessa area, per gli stessi clienti o pazienti; se invece fate cose diverse andate a prendere aree diverse e questo favorisce un approccio molto più collaborativo, cooperativo e meno concorrenziale
Per quanto riguarda invece il secondo punto, ovvero quello di mettere i servizi classici, il problema è che questi servizi sono creati d’emblée, che è la cosa più sbagliata che si possa fare.
Cioè una qualsiasi azienda (perché sostanzialmente sei un’azienda con un dipendente, tu) che voglia promuovere i suoi servizi non dovrebbe mai prima creare i propri servizi e poi capire chi li vuole.
Quello che faccio ogni giorno e che fanno i miei colleghi marketers (o almeno quelli con un po’ di studio e pratica alle spalle) è l’esatto contrario: prima capisco di cosa ha bisogno il mio pubblico target e poi gli creo un servizio su misura.
Molti fanno il contrario? Sì. Quindi va bene? No! 😅
Quindi il consiglio spassionato che voglio darti qui è: se proprio li vuoi mettere, allora massimo 2 o 3 e che siano specifici.
Se sono 10 te lo sconsiglierei, così come ti sconsiglio di mettere i servizi classici, ma in verità in un biglietto da visita, salvo qualche raro caso, io non li metterei proprio.
…il logo è sopravvalutato…
Contatti
So che può sembrare scontata questa sezione, ma proprio per questo ho deciso di inserirla. Perché il biglietto da visita è uno strumento e come tale ha uno scopo.
Quale, però, lo decidiamo noi.
Io posso dare il biglietto da visita per essere ricontattato, oppure perché voglio favorire le visite al sito o ai social.
Nel mio caso l’enfasi è sui social e sul sito. Non ho nemmeno messo la mail. C’è il numero di telefono ma è dietro e sotto. Perché so che una persona non sceglie dall’oggi al domani questo tipo di cose; quindi o ha già deciso di fidarsi quando le ho dato il biglietto e quindi va a cercare subito il telefono, oppure vorrà informarsi e approfondire.
E la prevalenza, nel mio caso, la do ai social che sono nella parte frontale del biglietto, mentre nel retro c’è il qr code (per andare sul sito senza doverlo scrivere; qui trovi un servizio che ti permette di crearlo gratuitamente) e il telefono.
Quindi sei tu che scegli dove vuoi che le persone vadano o cosa vuoi che facciano una volta che hanno il tuo biglietto da visita. Non sempre è necessario mettere tutti i contatti possibili e immaginabili.
La grafica
Abbiamo visto che pur essendo importante mettere le informazioni necessarie, meno cose ci sono e meglio è.
Ora, non voglio scrivere un post troppo lungo (ma vedo che già non ci sto riuscendo e comunque non sarebbe possibile ridurre tutti i concetti principali di grafica in un solo articolo), ma cerchiamo di comprendere almeno tre aspetti principali:
- Coerenza
- Spazi
- Proporzioni
Coerenza
A questo punto dell’articolo i casi sono 2: o mi stai odiando perché non ne puoi più di sentir parlare di focus, di meno è meglio, o robe così, oppure hai appena preparato carta e penna per le prime bozze.
Parto subito dicendo che anche in questo caso, beh, va detto: meno è meglio.
Se hai una tua palette di colori e uno o due font che identificano il tuo personal brand, ottimo! Siamo già a buon punto. Perfetto!
Se non li hai potresti avere la tentazione di usare anche 5, 10 o 20 colori, e potresti voler utilizzare un font diverso per ogni testo (cioè un carattere diverso per ogni cosa che scrivi nel biglietto da visita).
Purtroppo questo è il modo migliore per creare confusione perché stiamo facendo un miscuglio incredibile di cose.
Il suggerimento che ti do, se non hai una palette e non hai mai scelto dei font, è proprio di partire da lì.
Per creare una tua palette puoi utilizzare Coolors, uno strumento che già nella versione gratuita ha tutto ciò che ti serve per creare la tua palette. Tutto ciò che devi fare una volta che sei sul sito è chiudere i vari pop-up e pigiare su “start the generator“.
A quel punto avrai una schermata del genere (se ti viene fuori un pop-up grande chiudilo pure, mentre quelli più piccoli sotto e a destra non puoi chiuderli).
Trova il primo colore
Cosa facciamo ora?
Principalmente tutto ciò che devi fare è premere lo spazio, la barra spaziatrice, sulla tastiera. Vedrai che tutti i colori cambiano.
A questo punto puoi decidere di continuare così finché non trovi la combinazione che ti piace e ti rispecchia (botta di popò incredibile), oppure possiamo usare le opzioni che abbiamo a disposizione.
Se vedi l’immagine qui sopra, a destra dove c’è il nero, dentro al colore ci sono 7 icone.
Partiamo dall’alto.
La prima è la X e ti permette di rimuovere quella colonna. Niente paura però, potrai sempre riaggiungerla cliccando sul + che ti compare tra una colonna e l’altra. E’ lo stesso che vedi nell’immagine tra il beigiolino e il nero. Se ti posizioni col mouse tra due colonne, oppure nell’estrema destra dello schermo, o l’estrema sinistra, vedrai comparire il pulsante per aggiungere altri colori.
Ma personalmente penso sia inutile partire con 15 mila colori, per cui il consiglio che ti do è di cancellarli tutti. Resterai con solo 2 colori, che è il minimo consentito.
A questo punto il gioco si fa più “facile” (si fa per dire 😅).
Premi la barra spaziatrice finche non trovi almeno un colore che ti piaccia e che ti rappresenti. Non c’è un meglio o peggio e ogni genere di colore è ammesso, l’importante è che la combinazione funzioni.
E non importa se l’altro colore che è uscito fa schifo. Per ora non ce ne preoccupiamo.
Quando hai trovato il primo colore possiamo pensare ad un abbinamento.
Trova il secondo colore
Ora vai col mouse sul colore che hai scelto e questa volta dovrai cliccare sull’ultima icona in fondo. La riconosci perché ha la forma di un lucchetto e quando ci clicchi vedrai che il lucchetto si chiude.
A questo punto, se provi di nuovo a schiacciare il tasto spazio, vedrai che il colore che hai bloccato resta lì, mentre cambia solo l’altro.
Perfetto! Ora puoi scegliere l’abbinamento che preferisci.
E qui è dove dovremmo fare un trattato, quindi o si valuta il caso individuale, oppure puoi provare ad affidarti a Coolors.
Infatti quello che cerca di fare il suo algoritmo è mostrarti degli abbinamenti che hanno senso, anche se le possibilità possono essere tante.
Sempre per cercare di non essere troppo prolissi, riprendiamo l’ultima foto (te la rimetto qua sotto per tua comodità). Guarda i colori. Partiamo da sinistra.
Ci sono il blu scuro e un rosso tendente al magenta. Sono due colori che si trovano in punti specifici del cerchio di Itten (arriviamo anche lì, non preoccuparti).
Ma c’è un’altra caratteristica: l‘intensità del colore. Anche se sono entrambi colori abbastanza scuri, il rosso è più chiaro del blu. Idem per il giallo, per il beige e per il nero. Nota che se il nero fosse accanto al blu non avrebbe lo stesso effetto.
Cosa vuol dire questo? Che non andremo ad utilizzare il nero accanto a questo blu nel nostro biglietto da visita (ma vale in generale anche per sito, social, ecc).
Andiamo a vedere brevemente il cerchio di Itten. Quello che vedi qua sotto è preso da Gimp, il programma di grafica che uso abitualmente, ma se digiti su Google “cerchio di Itten” ne troverai un milione.
In questo caso vedi che dentro al cerchio c’è un triangolo. Questo perché Gimp ti fa vedere gli abbinamenti triadici, cioè che stanno nell punte del triangolo.
Questo triangolo naturalmente può ruotare, ma in questo caso volevo proprio farti notare come nella punta in basso a sinistra ci sia un blu molto simile a quello della palette sopra, mentre nella punta in basso a destra un rosso molto simile a quello della palette.
Ecco, questo è un abbinamento triadico, ovvero dove i colori scelti si trovano sulle punte di un ipotetico triangolo. Ma le possibilità sono parecchie, ad esempio il rosso col giallo qui sarebbe un quadrato (se però cerchi il cerchio di itten su Google vedrai che i colori sono un po’ più spostati e risulterà un triangolo, ma questo accade, iper semplificando, perché il cerchio di Itten sta al range di colori come la cartina geografica sta al mondo; le proporzioni non sono proprio le stesse).
Insomma, ad ogni modo il punto è che le possibilità sono tante.
Che famo quindi?
Se scegli due colori ti consiglio di sceglierne 2 che stanno al lato opposto del cerchio di Itten (complementari), oppure sulle punte di un triangolo, mentre se vuoi avere un look più monocromatico allora puoi tenere lo stesso colore ma di intensità diverse (uno più chiaro e uno più scuro, per banalizzare un po’).
Se scegli 3 colori, allora ti consiglio di scegliere 2 opposti (complementari o triadici) e un terzo che sia più vicino a uno dei due, ma con intensità differente. Se vuoi aggiungere altri colori scegli uno pseudo nero che si abbini, tipo quello che uso nei miei testi non è nero, ma è lo stesso grigio scuro che trovi in alcuni elementi del sito. E un colore chiaro. Così hai tutto.
Se invece preferisci le cose semplicissime puoi optare per un singolo colore (oltre al bianco o simile, e nero o simile).
Nota: l’ho già detto ma lo ripeto, si sa mai. Sto semplificando un sacco per cercare di farti avere un biglietto da visita decente senza però scrivere un articolo infinito.
E comunque il logo è sopravvalutato.
I font
Per quanto riguarda i caratteri da utilizzare invece chiederemo aiuto a Google Fonts.
Una volta che sei sul sito avrai davanti a te un elenco infinito di font. anche qui cerco di essere brevissimissimo.
Regola numero 1: il font deve essere facilmente leggibile.
Detto ciò, quale scegliere?
Eh, la scelta non è facile perché comunque sono tanti, ma cerchiamo di semplificarla un po’. Puoi scegliere di utilizzare uno o due font.
Se ne usi uno allora andremo per forza su qualcosa di semplice che sia leggibile anche nelle dimensioni più piccole, mentre se opti per 2, allora possiamo osare un po’ di più per il font che useremo per i titoli, o comunque gli elementi più grandi.
Tipo il testo che leggi ora è tutto in Open Sans Light (sottile). Mentre i titoli e sottotitoli sono sempre in Open Sans, ma Ultrabold (ultra grassetto).
Ok, ma come ci semplifichiamo la vita nel marasma di possibilità che abbiamo?
In Google Fonts, in alto a sinistra troviamo la voce “categories“, con 5 sotto-voci.
Serif significa “con le grazie“. Sono i caratteri tipo Times New Roman. Non mi dilungo troppo perché quando lo selezioni (deselezionando gli altri) credo si veda piuttosto bene la differenza tra serif e sans serif.
Sans Serif significa appunto “senza grazie” e sono i font tipo quello che uso io. Vedi che non ci sono fronzolini sulle lettere o appendici varie.
Display sono i font particolari, mentre Handwriting sono in stile scrittura a mano. Infine Monospace sono font in cui tutte le lettere hanno la stessa distanza tra loro.
Nel 99% dei casi io uso Sans Serif o Serif se devo usare un solo font, o comunque per i paragrafi, mentre se decido di aggiungere un secondo font allora lo scelgo tra i display o handwriting.
Non è una regola universale, sia chiaro. Sto sempre cercando di semplificare. Però dovresti tirarci fuori qualcosa di carino anche senza competenze.
Spazi
Bene, ora che abbiamo i colori e i font, cerchiamo di non fare un’accozzaglia di roba. Infatti per poter attirare l’attenzione sugli elementi che vogliamo, questi devono essere sufficientemente liberi. Mi spiego meglio con un’immagine.
Supponiamo che siano due biglietti da visita. A sinistra le informazioni sono disposte in modo disorganizzato e non c’è un vero punto focale. Non so a cosa dovrei prestare attenzione in particolar modo.
Ricordiamoci che vale lo stesso discorso del focus. Non è che se non c’è nulla in particolare che mi attrae, allora guardo tutto.
Il contrario. Non guarderò nulla.
Nell’esempio di destra invece è chiaro a cosa andiamo a prestare attenzione. In primis la foto o il logo (il tondo grande, quello sopravvalutato), poi il nome o comunque l’informazione principale che vogliamo veicolare (sotto al tondo grande), e a destra potrebbero esserci i contatti.
Quindi assicurati di lasciare spazio sufficiente intorno agli elementi su cui vuoi focalizzare l’attenzione. Se lo sfondo non è bianco ma azzurro (per dire), o un colore scuro ma con testo bianco, il principio è lo stesso.
Proporzioni
Infine l’ultima cosa da tenere in considerazione sono le proporzioni e in particolar modo il rapporto tra un elemento e l’altro.
Guarda l’esempio di un attimo fa. Nel biglietto di destra c’è una scala di priorità (non è obbligatorio che sia quella anche nel tuo, ma dipende sempre da cosa vuoi focalizzare tu; anche perché lì io ho dato priorità al logo, che però è sopravvalutato).
Prendiamo di nuovo il mio biglietto e quello di Antonietta.
Nel mio biglietto da visita il focus è su marketing etico per psicologi e sui social. I social sono più grandi, ma sono sotto, per cui l’occhio va quasi naturalmente a vedere che c’è dentro. Poi c’è il mio nome e “mi trovi su”.
In quello di Antonietta in ordine c’è il quaderno, il telefono, poi i social, il nome e poi le altre info.
Nota che tra il quaderno e il telefono c’è l’informazione che ci interessa far passare, cioè il suo focus.
Strumenti di disegno
Da photoshop a qualsiasi app gratuita che ti faccia mettere insieme un paio di elementi grafici, di base qualsiasi cosa che possa farti avere un buon risultato va bene. In questo articolo te ne suggerisco 2: Canva e Gimp.
Nella remota ipotesi che tu non lo conosca, Canva è uno strumento gratuito on-line. Una volta sul sito fai il login (o crei un account se non ce l’hai) e poi clicchi su “nuovo progetto” e cerchi la voce “business card” o “biglietto da visita” se ce l’hai in italiano.
Al resto pensa a tutto lui. Ti darà anche varie proposte che potrai utilizzare nel tuo biglietto e potrai aggiungere a piacimento testi ed elementi grafici vari. Ti basterà trascinarli dalla barra sinistra all’interno dell’immagine.
Puoi caricare dei template che ti propone lui (1), oppure se vuoi crearne uno tuo personalizzato puoi scegliere tra gli elementi disponibili (2); per esempio se vuoi il biglietto da visita metà di un colore e metà di un altro selezioni il quadrato, lo ingrandisci e sposti così da occupare la metà desiderata; dopodiché ne cambi il colore (5) cliccando sul quadratino colorato in alto e inserendo uno dei codici colori della tua palette.
Stesso discorso vale per i testi (4). Anche questi li trovi nella barra a sinistra e puoi anche caricare delle tue immagini (3), tipo il tuo logo…anche se è sopravvalutato.
L’altro strumento che ti suggerisco è un po’ più complicato da usare, ma più avanzato, ed è Gimp, uno strumento tipo photoshop ma gratuito. Su questo ci ho già fatto alcuni tutorial in cui ho mostrato come ingrandire e rimpicciolire le immagini, usare il pennello, spostare gli oggetti, togliere lo sfondo da un’immagine e creare un’immagine di intestazione per il sito. Non dovresti avere troppi problemi a fare ciò che ti serve per il tuo biglietto da visita, ma se così fosse c’è sempre la sezione commenti qua sotto o la possibilità di richiedere un affiancamento.
L’importante è che tu metta la dimensione giusta (vedi la sezione strumenti di stampa) e che imposti correttamente l’immagine per le specifiche richieste per la stampa.
Accortezza super importante per immagini da stampare
Prima di procedere però è importante che tu sappia che in Gimp, nel caso si tratti di immagini da stampare, tipo biglietti da visita, locandine, volantini o altro, dobbiamo guardare non solo la dimensione in pixel (che ci chiede quando creiamo un nuovo file), ma anche quella in centimetri e i PPI.
Andiamo per ordine.
Per vedere quanti centimetri sono 1920 px di larghezza e 1080 di altezza ci basterà cliccare sul menù a tendina (nella finestra che ti compare quando crei una nuova immagine) di fianco alla voce “Altezza“, dove ora sarà selezionato px e selezioniamo millimetri.
A questo punto è probabile che tu abbia una larghezza di 677,33 millimetri per un’altezza di 381 (se ti escono dei numeri diversi non preoccuparti, continua a leggere).
Per il nostro biglietto da visita le misure che devi inserire sono 88mmX59mm, però prima di fare questo dobbiamo impostare i PPI.
Cosa sono i PPI?
I PPI sono i Pixel per Inch, ovvero i pixel per pollice, e si usano per dire alla stampante quanti pixel dovrà mettere in un pollice (cioè circa 2cm e mezzo) nel foglio che andrà a stampare.
In pratica questo vuol dire che il nostro biglietto da visita dovrà essere delle giuste dimensioni che ci servono (perché se lo fai troppo piccolo poi devi ingrandire tutto e ingradire un disegno già fatto non conviene perché viene più sgranato) con i PPI che ci servono.
Se usi uno dei servizi online per stampare i tuoi biglietti da visita, (come Vistaprint, Stampaprint, o, il mio preferito, Moo), ti chiederanno un’immagine con almeno 300 PPI.
Quindi come facciamo a modificare i PPI della nostra immagine?
Clicca su “Opzioni avanzate“
Le prime 2 voci che vediamo sono Risoluzione X e Risoluzione Y che sono proprio ciò che stavamo cercando; molto probabilmente troverai questi due valori a 72 (che è il valore di default) e poco sopra c’è scritto, per l’appunto, 72 ppi, appena sotto a 1920 x 1080 pixel scritto in bianco.
Visto che per avere un biglietto da visita di buona qualità dobbiamo impostare questo valore a 300, clicca sulla freccina in alto su Risoluzione X o Y (è uguale, quando ne aumenti uno l’altro dovrebbe salire di conseguenza; se così non fosse clicca sulla catenina staccata a destra dei due valori).
Mentre aumenti la risoluzione vedrai che le dimensioni dell’immagine, se sono in pixel, aumentano a dismisura, questo proprio perché a parità di dimensione del foglio verranno stampati più pixel.
Una volta che hai settato Risoluzione X e Risoluzione Y a 300 puoi modificare la larghezza e l’altezza dell’immagine, in millimetri, mettendo larghezza 88 e altezza 59, o viceversa se lo vuoi verticale.
Se dando invio ti viene 88 virgola qualcosa, o 59 virgola qualcosa, non preoccuparti. Va bene lo stesso.
Strumenti per stampare i biglietti da visita
Ok, ora hai il tuo biglietto da visita. E’ ora di prepararlo per la stampa. Prima di arrivare agli strumenti per la stampa dobbiamo esportare l’immagine.
Se usi Canva, quando sei nell’editor del tuo biglietto da visita, dovrai cliccare su “condividi” in alto a destra, e quindi su “scarica”. Assicurati che sia selezionato il tipo di file “PNG” e poi clicca su “scarica“.
Se usi Gimp invece, con la tua immagine aperta, dovrai cliccare su file, esporta come e quindi dovrai salvare la tua immagine dandole il nome seguita dall’estensione PNG. Quindi sarà qualcosa tipo miobiglietto.png. Clicca poi su esporta e dopo un attimo ti comparirà un’altra finestrella. Lascia tutto com’è e clicca esporta anche qui.
Fatto!
Ora, di strumenti per la stampa ce ne sono tanti. Io normalmente uso Vistaprint per i biglietti da visita “normali” e Moo se voglio delle cose particolari.
Partiamo da Vistaprint.
Stampare i biglietti da visita su Vistaprint
Apri Vistaprint e clicca su “biglietti da visita” che trovi in alto nel menù.
Scorri giù e troverai 4 opzioni, tra cui “sfoglia i modelli” e “carica un tuo design“.
Se hai saltato tutto l’articolo perché vuoi qualcosa di super semplice e super veloce, clicca su “sfoglia i modelli“.
Avrai un lungo elenco di modelli tra cui scegliere e di cui potrai personalizzare gli elementi in modo molto veloce ed intuitivo. Se però non riesci a completare la procedura, scrivimi nei commenti qui sotto.
Se invece sei un po’ più perfezionista (come il sottoscritto) avrai creato il tuo biglietto da visita professionale. In questo caso clicca su “carica un tuo design“. Ti si aprirà una scheda laterale in cui andrai la finitura che preferisci. Assicurati di scegliere un’opzione con la misura 85×55, o 55×85 se lo vuoi verticale. Puoi anche scegliere altre misure, ma allora assicurati di modificare i tuoi disegni prima di andare in stampa, in modo che siano della misura giusta.
I prezzi che vedi sono per 500 biglietti, ma potrai successivamente modificare le quantità fino ad un minimo di 100 biglietti.
Una volta selezionata la finitura ti sarà chiesto di caricare il tuo design. Qui puoi scegliere se caricare solo fronte, oppure fronte e retro, dopodiché procedendo ti sarà chiesto di confermare la grafica.
A questo punto arriverai agli ultimi passaggi, dove potrai modificare la finitura (nel caso tu abbia cambiato idea), il tipo di carta e la quantità (la trovi nella barra in basso). Se ti posizioni col mouse sul biglietto da visita e trascini a destra o sinistra lo vedrai muoversi. Così sai esattamente come sarà finito.
Inserisci i dati, scegli il tipo di spedizione, procedi al pagamento e hai fatto!
Ora non ti resta che attendere il tempo previsto della spedizione.
Congratulazioni, ottimo lavoro!
Stampare i biglietti da visita su Moo
Apri Moo e, dal menù in alto, seleziona biglietti da visita. Ti comparirà un sottomenù la cui prima voce è di nuovo biglietti da visita, anche questa con un sottomenù con varie opzioni. Se non sai quale scegliere clicca solo su biglietti da visita. Ti si aprirà una pagina dove potrai vedere ogni tipologia.
Se scorri sotto vedrai a un certo punto la sezione “Crea i tuoi biglietti“.
Qui potrai scegliere se utilizzare un design Moo già pronto, oppure se creare un tuo design da zero con l’editor di Moo, o se caricarne uno già fatto.
Nei primi due casi lo creerai o modificherai con l’editor di Moo, ed è la soluzione più semplice e veloce. Mentre se sei un po’ più perfezionista avrai già il tuo design, e in quel caso andrai a selezionare la terza opzione.
In quel caso scegli il formato Moo (o se hai scelto uno degli altri formati disponibili scegli quello che combacia col biglietto che hai preparato).
Carica l’immagine del fronte ed eventualmente anche del retro, dopodiché prosegui scegliendo finiture, opzioni e quantità. Puoi scegliere di stampare fino ad un minimo di 50 biglietti.
Dopodiché clicca su rivedi ed acquista, poi aggiungi al carrello, inserisci i dati, pagamento e hai fatto!
Ora non ti resta che aspettare il tempo previsto della spedizione.
Congratulazioni, ottimo lavoro!
Bene, il nostro lungo (o breve, a seconda della strada che hai scelto) viaggio per creare biglietti da visita per psicologi è terminato.
Spero che questo articolo ti sia stato utile a ottenere ciò che volevi. Se volessi lasciarmi un feedback qui sotto te ne sarei molto grato e potrei sfruttarlo per eventuali migliorie.
L’importante è che ti ricordi che il logo è sopravvalutato!
Articolo molto interessante e utile soprattutto per chi, come me, è alle prime armi. Sicuramente farò tesoro di questi utili consigli. Occhio a non “sopravvalutare” troppo. Sopravvalutate il giusto . Grazie Damiano.
Grazie a te Adriana! : )